La visione degli oggetti è dovuta all’azione delle vibrazioni dell’etere che, colpendo la retina del nostro occhio provocano la riproduzione dell’immagini che quella vibrazione ha prodotto.
Quando la retina del nostro occhio è colpita da una radiazione luminosa, l’effetto da essa prodotto non si spegne appena cessata la radiazione che l’ha provocato, ma perdura ancora per qualche tempo dopo che la radiazione stessa è cessata.
Guardando, per pochi secondi, un cerchio nero con un punto bianco nel mezzo e sollevando poi gli occhi al cielo, si vede disegnare sotto la tela il medesimo cerchio ma bianco con un punto nero. Questo è un esempio della persistenza delle immagini, unita al principio dei colori complementari, per cui invece di avere la visione del medesimo colore si ha quella del colore che gli è complementario.
Sulla persistenza delle immagini è basato il funzionamento del cinematografo.
Semplice, vero? La storia del cinema parte da questo effetto (o difetto) della retina del nostro occhio. Quanta strada…